Per milioni di persone in tutto il mondo, quella del caffé è un’abitudine giornaliera che fa capolino in molteplici momenti della giornata: c’è chi non riesce proprio a iniziare la giornata senza prenderlo, chi non vi rinuncia dopo il pranzo o chi deve necessariamente berne una tazza a metà pomeriggio.
Tuttavia, a discapito di quelle che sono le abitudini maggiormente radicate in molte persone, alcuni studi scientifici e clinici hanno evidenziato come l’assunzione di caffè a stomaco vuoto, ossia con almeno 2 ore di scarto dall’ultimo pasto, non sia così tanto salutare per l’organismo, specialmente per coloro che sono molto spesso alle prese con disturbi all’apparato gastrointestinale.
Quali sono le ragioni che si celano dietro questa sconcertante verità e qual è il modo più sano e corretto per bere il caffè?
Esaminiamo ciò ed altro in questo interessantissimo articolo che fornirà una panoramica piuttosto esaustiva e chiara in merito all’argomento!
Caffè, reflusso gastrico e glicemia
Alcuni recenti studi hanno dimostrato come bere caffè la mattina presto appena svegli è in grado di regolare i livelli glicemici, facendo variare la concentrazione di zucchero nel sangue e decrementando il rischio di incorrere in condizioni come il diabete o le più classiche malattie a carico dell’apparato cardiocircolatorio.
Tuttavia, assumere caffè a stomaco vuoto senza accompagnarlo con alcun alimento potrebbe impedire allo sfintere esofageo inferiore, ossia quella valvola che si apre e si chiude regolarmente per consentire il transito del cibo dall’esofago allo stomaco, di funzionare correttamente, dato che la caffeina riesce a rilassarla e a permettere agli acidi gastrici di risalire, innescando il fenomeno del reflusso acido.
Questa annosa condizione scatena un quadro sintomatologico particolarmente fastidioso, il quale includa bruciore di stomaco, dolori al petto, difficoltà nella deglutizione e sensazione di avere un nodo perenne alla gola.
Nonostante gli enzimi digestivi e gli acidi gastrici vengano prodotti a prescindere dalla tipologia di alimento assunto, la caffeina è altresì in grado di stimolare una particolare acidità nello stomaco, irritandone le pareti e innescando un processo acidificante che non viene contrastato da alcun alimento introdotto contemporaneamente.
Molti medici, a questo proposito, consigliano l’assunzione di cibi alcalini, come le uova o i toast, insieme al caffè.
Il reflusso acido ( Leggi la giusta alimentazione per il reflusso), dal canto suo, potrebbe essere provocato anche dall’eventuale presenza di tossine o muffa nella caffeina, sostanze in grado di irritare lo stomaco e di amplificarne la sensazione specialmente se esso è completamente vuoto; a lungo andare, questo fenomeno può portare all’insorgenza dell’esofagite, un’infiammazione a carico dell’esofago capace di indebolire e di assottigliare il rivestimento di tale tubo digerente.
È opportuno considerare che la caffeina viene assorbita in tempistiche piuttosto previ dall’organismo umano: esso, infatti, impiega circa 45 minuti per assimilarla completamente.
Tuttavia, se lo stomaco è vuoto, questo lasso di tempo si accorcia ancora di più, facendo avvertire all’individuo più velocemente i classici effetti del caffè, ossia l’eccitabilità, l’aumento delle attività metaboliche, il miglioramento della concentrazione e dei riflessi.
Un cambio repentino di tali parametri, specialmente nei soggetti che tendono ad avere un processo digestivo piuttosto lento, potrebbe innescare l’effetto contrario, facendo cioè insorgere irrequietezza e nervosismo, effetti collaterali che vengono ulteriormente amplificati se lo stomaco è vuoto.
Infine, molto spesso il caffè preso a stomaco vuoto potrebbe provocare nausea, bruciore di stomaco mattutino e malessere gastrointestinale generale.
Pertanto, a fronte di queste strette correlazioni tra caffeina, glicemia e reflusso gastrico, i medici consigliano vivamente di limitare l’assunzione di caffè ad una soglia massima di 200 mg al giorno, corrispondenti a circa 2 tazze giornaliere di caffè preparato con la moka, in modo tale da riuscire a gustare il sapore inconfondibile di una delle bevande più consumate al mondo senza particolari problematiche di sorta.
Il modo corretto di bere il caffè
A fronte di quanto detto finora, è assolutamente normale chiedersi quale sia la giusta abitudine per bere il caffè senza che esso provochi effetti collaterali fastidiosi per l’organismo.
Ebbene, l’ideale sarebbe consumare il caffè in tarda mattinata, in un periodo di tempo che va da mezz’ora a un’oretta dopo la colazione: in questo modo, lo stomaco sarà ancora alle prese con la digestione di ciò che si avrà consumato dopo il risveglio e l’effetto del caffè riuscirà ad essere maggiormente tamponato.
Inoltre, è bene considerare che intorno alle 7 del mattino il cortisolo, ormone intrinsecamente energizzante prodotto dall’organismo, raggiunge la sua concentrazione più alta: pertanto, assumere caffeina durante questo fenomeno potrebbe restituire un effetto smisurato ed eccessivo.
Onde evitare ciò, è consigliabile posticipare di qualche ora il consumo di caffè, una volta che i livelli di cortisolo abbiano iniziato la loro discesa.
Tuttavia, secondo i medici è importante anche evitare l’altro eccesso, ossia bere caffè nel tardo pomeriggio, durante le ore serali o, in generale, dopo le 14:00, dato che la caffeina potrebbe avere delle ripercussioni importanti sulla melatonina, l’ormone che regola i cicli di sonno-veglia.
Uno studio in questo senso, infatti, ha evidenziato che il consumo di circa 400 mg di caffeina effettuato 6 ore prima di andare a dormire sia stato in grado di ridurre il sonno di circa un’ora.
Rispettare una routine di riposo regolare e ciclica è assolutamente importante per ricaricare le energie e per permettere al cervello di eliminare i prodotti di scarto e auto-rigenerarsi: pertanto, è sempre consigliabile evitare di bere il caffè prima di coricarsi per permettere alla melatonina di estrinsecare il suo naturale effetto sull’organismo.
Che dire dei soggetti che seguono una dieta alimentare basata sul cosiddetto digiuno intermittente?
Si tratta di un particolare sistema dietetico che basa il suo funzionamento e i suoi effetti benefici sulla gestione dell’appetito per ottenere risultati tangibili per quanto riguarda il dimagrimento o il ripristino di alcuni parametri metabolici alterati come la glicemia, la lipemia, l’uricemia o la pressione sanguigna.
L’assunzione di bevande a zero calorie, come il caffè nero, potrebbero essere incluse nel regime alimentare del digiuno intermittente e, pertanto, è a discrezione del singolo individuo scegliere se assumere caffeina a stomaco vuoto.
Nel caso in cui non dovesse manifestarsi alcun sintomo quando si consuma caffè a digiuno, risulta evidente come questa abitudine non provochi particolari disagi nell’apparato gastrointestinale di quella specifica persona; in caso contrario, qualora dovessero insorgere fastidi gastrici, stati di nervosismo o frequenti tremori agli arti superiori e/o inferiori, allora sarebbe una mossa azzeccata preferire un caffè decaffeinato, all’orzo o, in alternativa, del tè verde.
Il caffè continua ad essere una bevanda largamente consumata in tutto il mondo per via del suo sapore unico; tuttavia, assumerlo con consapevolezza, buon senso e a stomaco pieno è un ottimo modo per evitare di incorrere in disturbi gastrici e per far sì che lo si possa gustare in piena tranquillità!