Cosa mangiare per spegnere la Fame Nervosa

La fame nervosa, conosciuta anche come fame emotiva, è una condizione comune in cui si tende a mangiare in maniera eccessiva per compensare emozioni negative e patologie mentali come tristezza, solitudine e depressione.

Durante la pandemia di Covid-19, questo fenomeno è aumentato a causa della quarantena che ha portato molte persone a restare sole per diversi mesi.

Indagare in maniera approfondita sulle cause che portano alla manifestazione di questo disturbo è fondamentale per scongiurare l’eventuale insorgenza di disturbi del comportamento alimentare come anoressia e bulimia.

Come distinguere la fame nervosa dalla fame fisica?

È importante imparare a distinguere la fame emotiva dal reale bisogno di nutrienti specifici poiché le cure ed i meccanismi di risoluzione di queste condizioni sono differenti.

La fame fisica si manifesta nell’individuo in maniera graduale, viene soddisfatta con poco cibo e non apporta sensi di colpa.

La fame emotiva invece, ha sintomi completamente differenti, si manifesta in maniera improvvisa e persiste anche quando si è sazi dopo aver ingerito grandi quantità di cibo. Inoltre genera sensi di colpa che finiscono per abbattere emotivamente ancora di più la persona.

Cause della fame emotiva

Conoscere le cause di questa patologia può aiutare a trovare i rimedi giusti per risolvere questo disagio.

Le due principali emozioni negative che possono causare la fame nervosa sono ansia e depressione. Spesso si manifestano entrambe a seguito di eventi gravi come la difficoltà di metabolizzare un lutto, difficoltà economiche, un divorzio, un aborto, un licenziamento e via discorrendo, situazioni stressanti che portano l’individuo a consolarsi ingerendo enormi quantità di cibo.

Come controllare e placare la fame nervosa?

Spesso, per controllare la fame, vengono utilizzate metodologie estreme come diete rigide, la conta delle calorie o il controllo costante del peso che non fanno altro che peggiorare la situazione. Nei casi più estremi, si cerca di rimediare a queste abbuffate con digiuni, eccessiva attività fisica o peggio ancora si adottano pratiche di svuotamento come l’utilizzo di lassativi o il vomiting. Questi rimedi sono assolutamente da evitare poiché, oltre a non far bene al nostro organismo, rischiano di sfociare in disturbi più gravi (come accennato in precedenza).
Come fare allora per placare questi attacchi?

Il primo passo da effettuare per placare la fame emotiva è imparare a gestire lo stress e l’ansia. Come detto in precedenza, gli attacchi di fame nervosa sono dovuti a situazioni di sofferenza emotiva e ridurre queste condizioni di disagio apporta vantaggi nel lungo termine, a prescindere dalla fame nervosa.

In primis quindi, se non si riescono a controllare le emozioni negative, può essere utile l’intervento di un terapeuta.

Un altro rimedio che aiuta a gestire la fame nervosa è l’attività motoria controllata. Allenarsi in maniera regolare aumenta la produzione di ormoni come endorfine e serotonine, responsabili del benessere generale dell’individuo. Inoltre l’esercizio fisico regolarizza tutti gli stimoli fisiologici come appunto la fame.

Rilassare la mente ed i muscoli tramite rilassamento guidato, meditazione, yoga e così via è un altro ottimo metodo per avere un controllo totale sulla propria mente, sul proprio corpo e quindi sulla fame nervosa.

Un’altra alternativa utile per scaricare la tensione può essere scrivere su un foglio bianco, sfogandosi con quest ultimo di tutti i motivi per cui si è nervosi. Il segreto sta nel trovare un’attività che impieghi la persona nel momento dell’attacco di fame, affinché quest’ultima sia occupata fino a non pensarci più.

In ogni caso, affogare gli attacchi di fame emotiva mangiando un piccolo snack, è la scelta migliore considerando che le alternative sono solitamente le sigarette, le bevande alcoliche ed il gioco d’azzardo.

Ma quali sono i cibi da prediligere in caso di attacco di fame?

Cosa mangiare in caso di fame nervosa?

Cosa mangiare in caso di fame nervosa

Innanzitutto, è importante evitare che i cibi suggeriti dal nostro istinto vengano consumati, poiché se si hanno grandi scorte, potrebbero placare l’attacco solo dopo averli consumati tutti.
Ingerire cibi presenti in abbondanza quindi non è mai la scelta giusta, conviene virare su qualcosa presente in quantità minore, in maniera tale da mangiare di meno.

È assolutamente da evitare tutta la frutta secca come noci o mandorle poiché sono ricche di calorie e non sono per niente consigliate per chi ha uno stile di vita per lo più sedentario. È consigliabile sgranocchiare (anche per alleviare lo stress) la verdura cruda come carote, zucchine, pomodori e via discorrendo.

Qualora si prediligessero cibi morbidi, sono consigliabili anche diverse tipologie di yogurt bianchi magri, consumabili anche aggiungendo frutti o confetture.

Infine, per chi tende a consumare pochi carboidrati durante la giornata, può consumare delle gallette di cereali o legumi, o dei sostituti del pane, prestando però attenzione ai grassi.

Insomma, la scelta è molto vasta e si può sopprimere la fame nervosa con diversi alimenti. È giusto solo ricordare che qualsiasi sia la scelta, bisogna consumare porzioni limitate come un solo yogurt, due-tre carote o gallette.
Inoltre, cercare di resistere il più a lungo tra un attacco di fame e un altro, può far passare il momento di crisi.

Conclusioni

Possiamo concludere affermando che la fame nervosa lieve o gli attacchi sporadici, possono essere facilmente risolti applicando semplici stratagemmi per ingannare la mente e distogliere il pensiero del cibo.

Qualora si presentassero episodi di vere abbuffate, magari ravvicinate e correlate a disordini nutrizionali, potrebbe essere necessario l’intervento di uno specialista che possa risolvere il problema sia da un punto di vista mentale che da un punto di vista fisico.

È importante non imbarazzarsi qualora si soffrisse di questa condizione poiché colpisce migliaia di persone stressate o peggio ancora depresse; mobilitarsi per curare il tutto sul nascere può far sì che non si sfoci in disturbi più gravi come quelli del comportamento alimentare.

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